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Scepter Studios: i nastri originali ritrovati e in mostra

I nastri delle celebri incisioni dei Velvet Underground agli Scepter Studios di New York del 1966, recentemente ritrovati dal Museo Andy Warhol di Pittsburgh in pompa magna, saranno il fulcro di una mostra dedicata al gruppo che aprirà il 25 maggio e sarà visitabile fino al 25 settembre 2023.

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La copertina del vinile dell’acetato

La scoperta di nastri inediti dei Velvet Underground nei propri archivi, e il successivo annuncio di materiale inedito da parte dell’Andy Warhol Museum, ha suscitato grande interesse tra gli appassionati. Ma altrettanto scetticismo.

Come era immaginabile, infatti, non si tratta di brani o incisioni inedite nel senso stretto del termine, ma dei nastri originali di versioni già edite in altre forme. Si tratta della versione nobile, ovvero della sorgente originale, da cui è stato tratto il celebre acetato pubblicato una decina di anni fa con il titolo “The Velvet Underground & Nico: Scepter Studio Sessions“. E che sono la prima versione di quello che sarebbe poi diventata uno dei fari del rock: l’album “The Velvet Underground & Nico” (1967, Verve Records).

Si tratta, questo è vero, di un ritrovamento straordinario che ci permetterà di ascoltare il primo capolavoro della band di Lou Reed con audio di alta qualità nella versione nella quale era stato concepito originariamente, senza le modifiche e le rielaborazioni che ne hanno alterato il suono nella versione ufficiale.

Questi nastri originali contengono infatti le nove tracce iniziali registrate dalla band nel 1966 presso gli Scepter Studios di New York, sotto la supervisione di Andy Warhol, che era il produttore e il mentore del gruppo. Warhol, lo ricordiamo, aveva scoperto i Velvet Underground nel 1965 e li aveva inseriti nel suo progetto multimediale chiamato Exploding Plastic Inevitable. Uno spettacolo che combinava musica, luci, film e performance artistiche. Warhol aveva anche insistito per aggiungere la cantante Nico alla formazione, creando una delle collaborazioni più straordinarie della storia del rock.

I nastri originali erano stati dati a Warhol dopo la registrazione dell’album ed erano rimasti inascoltati fino a ora. Il museo Andy Warhol li ha ritrovati mentre stava catalogando l’archivio dell’artista e li ha digitalizzati per preservarli e renderli accessibili al pubblico. I nastri originali sono diversi dalla versione ufficiale dell’album per diversi aspetti: hanno una qualità del suono superiore, presentano versioni alternative e missaggi diversi delle canzoni e hanno una diversa sequenza delle tracce.

Qual è quindi, sostanzialmente, la differenza tra questi nastri e quanto già ascoltato con l’acetato degli Scepter Studios pubblicato nel 2012 per il 45° anniversario dell’album? Nessuna, se non la qualità. L’acetato è infatti una copia analogica di questi nastri originali, ma ha una qualità del suono inferiore, perché subisce una perdita generazionale nella trasmissione del segnale. L’acetato poi, rispetto ai nastri originali, ha la presenza di rumori di fondo o di interruzioni nelle canzoni.

LE SESSIONI AGLI SCEPTER STUDIOS

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Il retro del vinile dell’acetato

Le sessioni di registrazione dei Velvet Underground agli Scepter Studios sono tra le più leggendarie della storia del rock. Si svolsero nell’aprile del 1966, quando la band con Lou Reed e John Cale era ancora alla ricerca di un’identità musicale e di un contratto discografico. Gli Scepter Studios erano uno studio di registrazione economico e fatiscente situato a New York, dove la band si recò con il produttore Tom Wilson e il tecnico del suono John Licata. Lì registrarono le versioni originali di alcune delle loro canzoni più famose, come “Venus in Furs“, “Heroin“, “I’m Waiting for the Man” e “All Tomorrow’s Parties“. Queste versioni sono diverse da quelle che poi sarebbero apparse sul loro album di debutto, The Velvet Underground & Nico, pubblicato nel 1967 dalla Verve Records. Le differenze riguardano sia il suono, più grezzo e sperimentale, sia le liriche, più audaci e provocatorie. Le sessioni degli Scepter Studios furono inizialmente rifiutate dalla Verve Records, che chiese alla band di rifare le registrazioni in uno studio più professionale. Le registrazioni degli Scepter Studios rimasero a lungo inedite e sconosciute, fino a quando non furono ritrovate su un disco in acetato che Dolph aveva inviato alla Columbia per cercare di convincerli a distribuire l’album, ma senza successo. Questo disco fu poi acquistato da un collezionista di Montreal in un mercatino delle pulci a New York nel 2002 per poche monete e poi rivenduto su eBay per oltre 25.000 dollari. Nel 2012, le registrazioni furono finalmente pubblicate ufficialmente dalla Universal Records come parte delle celebrazioni per il 45° anniversario dell’album The Velvet Underground & Nico.

LA MOSTRA “THE VELVET UNDERGROUND & NICO: SCEPTER STUDIOS SESSIONS”

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Steve Schapiro, The Velvet Underground Recording Session for The Velvet Underground & Nico, Nico and John Cale with Lou Reed Profile, New York, 1966, © Steve Schapiro, courtesy of Fahey/Klein Gallery, Los Angeles

Per celebrare il ritrovamento e rendere omaggio al gruppo, l’Andy Warhol Museum ha organizzato una mostra che inizierà il 12 maggio e sarà visitabile fino al 25 settembre 2023: “The Velvet Underground & Nico: Scepter Studio Sessions“. Una lodevole iniziativa e un’occasione per svelare la storia e il processo creativo di uno degli album più influenti della musica rock.

Le nove tracce dei nastri, che saranno esposti in mostra, saranno riprodotte ininterrottamente nella galleria e saranno accompagnate da un’ampia selezione di fotografie di Steve Schapiro del 1966-67 dei Velvet Underground, di Andy Warhol e soci. Oltre ai nastri, saranno esposti rari filmati inediti della band che si esibisce dal vivo, più di 30 Screen Test con i cinque membri della band filmati durante l’apice della loro collaborazione nel 1966, e 100 copie del “banana album”, tutte provenienti dalla collezione dell’appassionato dei Velvet, Mark Satlof, che evidenziano l’interazione dell’ascoltatore con l’arte di Warhol.

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I nastri originali

La mostra esplora inoltre il rapporto tra Warhol e il gruppo, il suo ruolo di produttore e manager, e la sua visione artistica che ha dato vita alla celebre copertina dell’album con la banana sbucciabile.

È un’opportunità straordinaria per celebrare i Velvet Underground all’inizio del loro rapporto con Warhol, in qualità di manager, produttore e ideatore della copertina dell’iconico album di debutto del 1967 The Velvet Underground & Nico (noto anche come il “disco della banana”), attraverso una mostra interattiva incentrata sulla qualità sonora dinamica dei nastri master originali dello Scepter Studio, come elemento di spicco della collezione d’archivio del museo“, ha dichiarato Ben Harrison, direttore senior delle arti dello spettacolo e della programmazione.

Maggiori informazioni sulla mostra: link

Staff

Lo Staff di LouReed.it è composto da Daniele Federici, fondatore e webmaster, e Paola Pieraccini. Daniele Federici ha collaborato con importanti testate musicali ed è autore del libro "Le canzoni di Lou Reed" edito da Editori Riuniti. Ha avuto con Lou Reed una conoscenza affettuosa e duratura. Paola Pieraccini è un'imprenditrice fiorentina.

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