Transformer (1972)


Data di uscita: Novembre 1972
Registrato: Trident Studios, Londra
Prodotto da: David Bowie e Mick Ronson

S

teve Katz, manager della RCA, cerca di recuperare il passo falso fatto con l’esordio solista di Lou facendolo produrre ad un altro artista sotto contratto con l’etichetta discografica e che, proprio in quell’anno, registrava l’apice del suo successo con l’album “Ziggy Stardust”: parliamo di David Bowie e del suo fedele collaboratore, chitarrista e arrangiatore Mick Ronson.

Bowie, dal canto suo, era stato uno dei primissimi fan inglesi dei Velvet Underground e aveva pagato il suo tributo a Reed e al suo gruppo prima con un brano a loro dedicato (“Queen Bitch), poi con esecuzioni dal vivo di alcuni loro brani durante i suoi concerti. La musica dei Velvet Underground aveva avuto un’influenza pesante sulla personalità e sulla carriera artistica di Bowie e questo era il momento giusto per ripagare il debito e tirare fuori Reed dall’oblio nel quale lo aveva sprofondato il primo album. Musicalmente la musica di Reed aveva poco o niente a che vedere con lo sfarzo della scena glam di cui Bowie era l’emblema, ma sicuramente era il luogo più adatto nel quale la sua eccentricità poteva trovare casa; Bowie e Ronson crearono una sonorità, per “Transformer“, più commercialmente astuta.

I lavori di chitarra di Ronson su “Vicious” e “Hangin’ Round” sono qualcosa che prende solo spunto, in maniera molto più leggera, dalla mastodontica ombra dei Velvet Underground e la rende più accessibile e immediata e riesce a rendere giustizia al rock chitarristico potente che aveva precedentemente caraterizzato i lavori di Lou Reed. I bellissimi e originali arrangiamenti, sempre ad opera di Ronson, rendono irresistibilmente popolari e raffinati pezzi come “Perfect Day” e “Walk On The Wild Side” che già contenevano una carica lirica degna del miglior Reed. Lui, d’altronde, ce la mette tutta e, a volte, si lascia prendere un po’ la mano scrivendo canzoni che pensava avrebbero accontentato la giocentù glam dell’epoca (“Make Up“, “I’m So Free“).

Malgrado, musicalmente, sia l’album musicalmente meno “reediano” della sua lunga carriera e presto si accorgerà come sia un vicolo cieco, “Transformer” segnerà il cammino di gran parte dei suoi lavori degli anni ’70 e sarà il suo più grande successo commerciale, entrando nella storia della musica come uno dei dischi fondamentali di quegli anni. Il glam non si è mai adattato bene a Reed, ma le tematiche dai sapori scuri di Reed danno un’angolazione differente e uno spessore diverso al glam. Bowie e Ronson hanno sicuramente pagato il loro debito nei confronti di Reed e lo hanno aiutato a confezionare un album solido e di successo e una nuova vita musicale.


Lato A :
1. Vicious (2:55)
2. Andy’s Chest (3:17)
3. Perfect Day (3:43)
4. Hangin’ Round (3:39)
5. Walk On The Wild Side (4:12)
Lato B :
6. Make Up (2:58)
7. Satellite Of Love (3:40)
8. Wagon Wheel (3:19)
9. New York Telephone Conversation (1:31)
10. I’m So Free (3:07)
11. Goodnight Ladies (4:19)

Durata: 36:30

Lou Reed (Voce, chitarra, tastiere, missaggio)
Mick Ronson (Chitarre, pianoforte, coro)
Herbie Flowers (Basso, Tuba, strumenti vari)
Barry DeSouza (Batteria)
Ritchie Dharma (Batteria)
John Halsey (Batteria)
Klaus Voormann (Basso, Chitarra-basso)
Ronnie Ross (Sax, Sax baritono)
David Bowie (Backing Vocals)
Thunderthighs (Backing Vocals)

Mick Rock (Foto, copertina)
Mick Ronson (Arrangiamenti)
Ken Scott (Ingegnere del suono, missaggio)
Arun Chakraverty (Mastering)
Mike “Clay” Stone (Ingegnere del suono, missaggio)
I backing vocals di Bowie sono, come sempre, riconoscibilissimi, e il suo tipico falsetto dell’epoca d’oro del glam si distingue chiaramente in “Perfect Day“. Una leggenda metropolitana che voleva attribuire a Bowie la composizione di “Wagon Wheel” è circolata per molti anni, ma si è dimostrata priva di fondamento.


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