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Catalogo di Lou Reed rimasterizzato nel 2015?

L’intero catalogo di Lou Reed rimasterizzato potrebbe vedere la luce nel 2015.

Non c’è ancora nulla di confermato, al momento, e neppure una data da attendere; è però certo che Lou Reed in persona ha supervisionato insieme a Vlado Meller il remastering di tutta la sua discografia la scorsa estate, rimanendo estasiato dai risultati.

Lo stesso Lou Reed lo aveva dichiarato esplicitamente durante l’ormai famosa ultima intervista concessa per la promozione delle cuffie Parrot da lui curate:

Ho rimasterizzato ogni album utilizzando i vantaggi delle nuove tecnologie. Ed è stato così bello che quasi mi sono commosso” ha ammesso. “Sono davvero emotivamente commosso dal suono. I suoni sono inesplicabili …. c’è un suono che senti nella testa, nei tuoi nervi o nel sangue che scorre. E’ davvero incredibile ascoltarlo“.

Inizialmente il progetto era per un cofanetto che raccogliesse il meglio della sua carriera, ma pare che poi si sia articolato in qualcosa di più completo: sarebbe in effetti singolare non pubblicare tali ristampe ora.

A raccontarci qualche retroscena e qualche particolare in più è Scott Hull, proprietario della Masterdisk, uno dei più importanti studi di mastering e missaggio di New York.

Scott HullHo visto Lou parecchie volte nel nostro studio pechè stava lavorando insieme a Vlado ad un’opera molto approfondita di remastering del suo catalogo. Un giorno stavo lavorando nello studio accanto quando ho sentito alcuni dei suoni più iconici del rock and roll vibrare attraverso le pareti. Una linea di basso famosissima. Linee vocali che sono diventate parte del nostro DNA. E’ stata una sensazione davvero strana sapere che il creatore di quei suoni fosse nello studio accanto, a revisionarli. Le canzoni sono state suonate per intero. Alcune qualche volta di seguito. Mi sentivo come se stessi spiando un momento davvero intimo.

Più tardi, nel pomeriggio, dopo che Lou se n’era andato, sono andato nello studio di Vlado: “che è successo qui, oggi?” gli ho chiesto. “Lou era molto contento” mi ha risposto, “ha detto che pensava che i suoi CD suonassero una merda, e che voleva che suonassero bene. Abbiamo fatto un trasferimento diretto dai master originali e in effetti il suono era grandioso. Vuoi sentire la differenza?”.

Vlado ha riprodotto “Walk On The Wild Side“. Il vecchio CD comparato al nuovo master. E la differenza era sbalorditiva. Il vecchio CD suonava così esile a confronto della vastità di suono del nuovo. Il basso suonava come un BASSO. Suonava come un disco di Miles Davis o di Mingus. Potevi sentire le dita sulle corde. Potevi percepire la grandezza degli strumenti e la grandezza dello spazio in cui erano. Aveva una forza fisica, aria e spazio attorno.

Il suono di questa nuova versiona era incredibile, bello, emozionante. Mi ha tolto il fiato. Sembra che abbia emozionato anche Lou se ha citato la cosa nell sua ultima intervista.

Ho chiesto a Vlado com’era lavorare con Lou. “Lou è stato carinissimo. E ha anche senso dell’umorismo. Ha apprezzato molto il mio lavoro, pensava che il suono fosse straordinario ed era davvero felice. Ha detto ‘nessuno probabilmente li comprerà, ma non me ne frega niente’. Era un vero artista”.

Rob Santos della Sony ha preso parte ad una delle ultime sessioni di lavoro e Lou gli era molto grato, e anche all’etichetta discografica, per aver messo a disposizione i fondi e potergli permettere finalmente, con le nuove tecnologie, di far suonare i suoi album come lui avrebbe voluto che suonassero. Dispensava apprezzamenti e ringraziamenti.

Lou ha rimasterizzato 15 album con Vlado in pochi mesi.

Scott Hull ha lavorato con Lou a numerosi progetti negli anni, a partire da “Mistrial” nel 1986 come Digital Editor.

Mistrial (1986)
Mistrial (1986)

La chiamata arrivà un pomeriggio e mi dissero che Lou cercava un editor, e lo cercava per la sera stessa. Aveva lavorato all’album in un altro studio e avevano fatto una copia digitale del loro editing. Lou aveva ascoltato l’editing originale e la copia e sentiva una differenza nel tono. L’ingegnere aveva insistito che era impossibile ci fosse una differenza, perchè i numeri erano gli stessi: non c’era degradazione sonoro e alcuna differenza nella copia digitale. Be’, Lou non era d’accordo. Sentiva una differenza. E quella fu la fine di quel rapporto di lavoro. Ci chiamò e finì il disco alla Masterdisk con Bob Ludwig.

Non è che Lou fosse necessariamente testardo. Se sentiva che c’era qualcosa che non andava, non c’era modo che riuscissi a convincerlo del contrario. Aveva fede completa nella sua percezione. Dava fiducia alla sua squadra, e se non aveva un’opinione forte su una cosa accettava tranquillamente suggerimenti dalle altre persone. Ma se conosceva una cosa, non c’era verso.

Il disco successivo al quale Scott lavorò fu “New York” nel 1989.

Per Lou era il tono di chitarra. Era tutto. Il riferimento acustico di Lou, per molti anni, furono i primi minuti di “Dirty Blvd.“. Proprio come un ingegnere del suono ha le sue registrazioni di riferimento da portare in un nuovo studio, Lou aveva quello. Gli bastava ascoltare pochi secondi di quella parte di chitarra e capiva subito lo spazio in cui stava lavorando.

L’ultimo grande progetto al quale Lou e Scott lavorarono insieme fu la rimasterizzazione di “Metal Machine Music” nel 2010.

Metal Machine Music (1975)
Metal Machine Music (1975)

Era appassionato alla cosa. Non c’era nulla di improvvisato. Dovevamo rimasterizzarlo in stereo e in quadrifonia. Quando confrontammo i nuovi transfer a quelli che erano stati precedentemente pubblicati realizzammo quanto delle frequenze più basse era stato eliminato quando hanno fatto il disco. Per non so quale ragione. Così fu una nuova esperienza con questa energia delle basse frequenze. Cosa ci facciamo? E’ bello? Certamente ha cambiato l’impatto. Così abbiamo trascorso una discreta quantità di tempo a parlare di quale impatto questo cambiamento di tono avrebbe avuto sull’ascoltatore.

L’originale era in stereo: Lou e Bob Ludwig avevano lavorato su un master in quadrifonia tempo addietro. Il fatto è che Metal Machine Music era una registrazione live in due tracce stereo,così non c’era altro da mettere nei canali 3 e 4. Così decisero di prendere il disco intero e registrarlo al contrario, e QUELLO diventò le tracce 3 e 4. Abbiamo un po’ messo mano alla relazione tra questi canali quando abbiamo fatto il remaster della versione quadrifonica.

Quello ce ricordo maggiormente di quelle session è di quanto sia stato emotivamente logorante ascoltare l’album ad un livello decente. Perfino Lou non è stato realmente capace di ascoltarlo nella sua interezza mantenendo una concentrazione intensa. E’ che semplicemente richiede così tanta energia all’ascoltatore. E’ impegnativo. I ragazzi del Controllo Qualità hanno dovuto ascoltarlo tutto per due volte di seguito. Non è stato un lavoro facile, perchè devi rimanere veramente concentrato. Ma quando lo fai, ti trascina in un viaggio, forse un viaggio che si fa una sola volta nella vita.

Lou era consapevole che 9/10 del pubblico avrebbero liquidato MMM come rumore, ma ha aperto la mente a monti ascoltatori verso nuove concezioni di musica. Minimalismo. Massimalismo. L’avanguardia.

Ho avuto l’opportunità di lavorare con Lou Reed attraverso diverse fasi differenti della sua carriera: prima quando era concentrato sulla sua carriera solista, poi quando era più focalizzato sulle performance artistiche e sulla musica di avanguardia. Mi ricorda un poco qualcun altro, John Zorn, nel modo in cui le persone hanno una singola concezione della sua persona. La gente ha questa immagine di Lou che è in QUEL MODO, che fa QUEL genere di musica. Ma al contrario era multiforme.

Ricordo quando stavamo lavorando sul disco “Homeland” di Laurie Anderson, nel 2010. Lou partecipò alle session. Era un Lou Reed più rilassato, ma era molto partecipe al processo. Era chiaro che Lou e Laurie lavoravano bene insieme. Ricordo che all’epoca la loro cagnolina aveva dei problemi medici ed è stato molto stressante. E così eccoti un aspetto completamente differente di Lou: collaborativo, che offre supporto. Che si preoccupa del suo cane. Era un tipo tridimensionale.

La tristezza negli uffici della Masterdisk, e in tutta la città di New York, e in tutto il mondo musicale è stata palpabile da quanto Lou è morto. Non ci sarà mai nessun altro come lui, ma possiamo essere felici che sia stato qui. E possiamo continuare ad ascoltare all’eredità che ha lasciato qui: ascoltare, emozionarci e imparare.

Staff

Lo Staff di LouReed.it è composto da Daniele Federici, fondatore e webmaster, e Paola Pieraccini. Daniele Federici ha collaborato con importanti testate musicali ed è autore del libro "Le canzoni di Lou Reed" edito da Editori Riuniti. Ha avuto con Lou Reed una conoscenza affettuosa e duratura. Paola Pieraccini è un'imprenditrice fiorentina.

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