E’ stata scoperta due anni fa negli archivi dell’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, ma se ne ha notizia solo oggi, una cassetta con brani inediti di Lou Reed che getterebbe nuova luce su una delle relazioni più conflittuali della storia del rock.
Gettiamo subito acqua sui facili entusiasmi: sarà davvero difficile e molto improbabile che i brani inediti ritrovati su nastro vedano una pubblicazione commerciale. O che possano essere ascoltati da altri che non siano ricercatori autorizzati. I problemi di diritti d’autore su questo materiale sono tanti e complicati. E la copia fisica è in mano alla Fondazione Warhol, notoriamente avara di pubblicazioni del genere.
La scoperta è senza dubbio affascinante e rivelante a livello storico. Il nastro contiene infatti una serie di canzoni che Lou Reed avrebbe composto e inciso utilizzando stralci di testi dal libro di Andy Warhol The philosophy of Andy Warhol: From A to B and back again (in italiano: La Filosofia di Andy Warhol) del 1975. I testi di questi brani inediti sono probabilmente riadattati, ma lo studio dei nastri ancora procede. Nel 1975 i due si incontrarono più volte per discutere del progetto di un Musical a Broadway che Warhol voleva produrre. Inizialmente, e questo lo sappiamo da una delle tante registrazioni audio delle conversazioni presenti nell’archivio di Warhol, il re della Pop Art era intenzionato a produrre un musical sull’album di Lou Reed del 1973, Berlin. Ma Lou rifiutò in maniera categorica.
Warhol per un paio di anni era stato il manager dei Velvet Underground, la band fondata nel 1964 a New Yorkda Reed con John Cale, Sterling Morrison e Angus MacLise.
IL NASTRO SCOPERTO DA UNA RICERCATRICE
A scoprire il nastro, due anni fa, è stata la ricercatrice e musicologa Judith Peraino di Cornell, al lavoro su un libro su Andy Warhol. Nell’ascoltare le migliaia di cassette presenti nell’archivio della Andy Warhol Foundation si è imbattuta in questa rarissima registrazione, finora praticamente sconosciuta.
Le idee di Warhol sull’arte e la cultura pop restarono nella testa di Reed per il resto della sua carriera anche se due artisti non lavorarono più assieme. Sappiamo che Warhol non mancò un concerto di Lou Reed a New York negli anni ’70. Registrò con il suo registratore a nastro, le date del 1973, 1974, 1975, 1978 e 1979. Dall’altra parte, per il tour del 1975, Lou chiese al bassista Bruce Yaw di provvedere alla registrazione soundboard di tutti i concerti.
Arriviamo così al primo lato della cassetta.
IL LATO A: UN MIX DI BRANI DAL VIVO DEL 1975
Quella che troviamo sul lato A della cassetta, una tedesca BASF da 90 minuti, è un mix eseguito dallo stesso Lou di brani del suo ultimo tour. Dalle tracce incluse, alcune delle quali presenti solo nell’ultima parte del tour australiano di fine anno, possiamo supporre che la cassetta fu consegnata a Warhol a fine 1975 o a gennaio 1976. Sull’etichetta possiamo notare le scritte in stampatello di Lou con le iniziali “A.W.” (Andy Warhol) sulla sinistra e sulla destra i titoli abbreviati delle canzoni: “Dirt, Black, CID, Kicks, Charley’s Girl, V – R n Roll – Story”.
Sappiamo essere un mix da più elementi: nessuna scaletta ricalca il contenuto di questo nastro, sono evidenti le interruzioni tra un brano e l’altro, ed è assodato che le registrazioni provengono da concerti diversi.
Sei delle prime sette tracce erano, all’epoca, ancora nuove ed inedite ad eccezione di How Do You Think It Feels. Questo fa supporre che fosse un modo per mostrare a Warhol la direzione verso la quale la sua carriera stava andando. Rock and Roll è presente solo nella parte finale del brano e quasi cancellata a causa di difetti del nastro e disturbi, con una parte di Lucille di Little Richard e una parte di Foggy Notion. In Leave Me Alone Reed gioca con il controllo del volume della registrazione, e la musica pertanto sparisce e ritorna varie volte fino ad arrivare ad un suono forte e distorto che sovrasta il tutto. Una sorta di Metal Machine Music.
Sembra quasi che Lou Reed abbia voluto rendere omaggio al modo di Warhol di interfacciarsi con la tecnologia, nella maniera più semplice, diretta e senza filtri possibile. Gli stacchi repentini, l’uso del pulsante “stop” invece del tasto “pausa”, la registrazione su nastro già registrato: tutto fa pensare che tale uso poco tecnico e quasi dilettantesco, da una persona che certo dilettante non era ed era anzi molto addentro ai tecnicismi, fosse un omaggio indiretto.
TRACKLIST
- Downtown Dirt
- I Wanna Be Black
- Kicks
- Coney Island Baby
- How Do You Think It Feels
- Charley’s Girl
- Leave Me Alone
- Vicious (metà canzone)
- Rock and Roll (con un pezzo di Lucille e una strofa di Foggy Notion)
- Complete This Story Now
IL LATO B: LA FILOSIA DI WARHOL IN MUSICA
Il lato B riproduce solo le parole “Philosophy Songs” (from A to B & Back). Da notare subito che il testo tra parentesi era il sottotitolo del romanzo di Warhol.
The Philosophy of Andy Warhol (from A to B e Back) nelle intenzioni dell’autore, doveva essere un libro di conoscenza. Ogni capitolo trattava temi come: Amore, Bellezza, Successo, Lavoro, Tempo, Morte, Arte. Il nastro contiene dodici canzoni complete e il frammento di una tredicesima. Ciò suggerisce che sia la copia di un nastro originale. Tutti i brani inediti sembrano improvvisati con Reed che si accompagna con una chitarra acustica in progressioni di accordi molto semplici, folk-rock.
I testi sono cantati in prima persona, dal punto di vista di Andy, anche questo in linea con il libro. Fa eccezione solo la prima canzone, che descrive una bambola rotta con le fattezze di Andy Warhol. Nessuno dei brani sviluppa in una tipica successione strofa-ritornello. La ricercatrice che ha scoperto il nastro ha dato un titolo a ciascun brano ispirato dal soggetto della canzone e al riferimento al capitolo del libro di Warhol al quale è ispirato:
TRACKLIST
- Andy Warhol Doll 3:00
- So What 3:30
- A Put On 5:21
- Success 3:20
- Wasted Space 2:58
- Coke 6:20
- Saturday 3:25
- Fame 4:16
- Drag Queens 4:28
- Drag Queens (più lenta) 2:06
- Sex is Hard 7:30
- Interview 2:04
- Frammento di canzone 0:37
Un brano ciascuno meritano i pensieri di Warhol sulla fama, il sesso, gli affari, due quelli sulle “drag queens”. In un brano che anticipa l’album del 1990 con John Cale Songs for Drella, Reed rovescia addosso a Warhol le sue stesse parole criticandolo per la sua presunta indifferenza davanti alla morte di Candy Darling e Eric Emerson, due personaggi del suo entourage. Reed canta che Warhol stesso avrebbe dovuto morire quando fu ferito nel 1968 dalla femminista radicale Valerie Solanas, poi però chiude il brano facendo le scuse al suo mentore.
I NASTRI ERANO PRATICAMENTE SCONOSCIUTI
Qualche informazione su questo progetto, in realtà, esisteva. In un’intervista apparsa sulla versione inglese della rivista Penthouse del maggio 1977, il fotografo Mick Rock, in veste di intervistatore, chiese a Lou:
Mick: “E che mi dici di Warhol? So che hai registrato dei nastri, qualcosa che ha a che vedere con La filosofia di Andy Warhol trasposto in musica”
Lou: “Sì. Le ho fatte ascoltare a Andy. Ne è rimasto affascinato, ma orripilato. Penso che in un qualche modo lo abbiano terrorizzato. Ma sto pensando di farne il mio prossimo album”
L’esistenza delle canzoni era sconosciuta a Laurie Anderson, la vedova di Reed che due anni fa ha donato alla New York public library l’archivio del musicista: «Mi parlava delle cose che aveva fatto per Andy, ma era sempre nel contesto che lui gli diceva quanto era pigro». I brani, secondo la Anderson, potrebbero aver rappresentato una rivincita da parte di Lou: «Come se avesse pensato, lui può scrivere un libro, e io posso scrivere canzoni sul tuo libro».
Qualche traccia di questi brani si trova anche presso il Lou Reed Archive alla New York Public Library, ma si tratta di frammenti che fanno pensare che l’unico nastro sopravvissuto, al momento, sia proprio quello ritrovato.
A conti fatti questo nastro potrebbe essere un Songs for Drella ante litteram.
UN BREVE ASCOLTO
Qui sotto potrete ascoltare un brevissimo estratto, appena trenta secondi, di uno dei brani inediti contenuti sul lato B della cassetta