Intervista del Suddeutsche Zeitung (Gennaio 2003)

Suddeutsche Zeitung: Sta guardando il mio registratore
LOU REED: Sto guardando il tuo registratore.

 

Suddeutsche Zeitung: Perchè?
LOU REED: Sei un tipo da cassetta. Altri usano i registratori digitali, tu usi le cassette. Sei un tipo da cassetta.

 

Suddeutsche Zeitung: Okay, sono un tipo da cassetta. Signor Reed, è mia convinzione che gli artisti possano predire il futuro meglio degli scienziati, vorrei parlare con lei di cosa ci aspetta per il 2003 …
LOU REED: .. no ..

 

Suddeutsche Zeitung: .. voglio dire, cosa possiamo aspettarci nella politica, nella scienza, nella musica, nell’arte? Possiamo scegliere un campo ..
LOU REED: .. ascolta, mi interessa parlare solo di musica e del mio nuovo album. Non mi interessa parlare di politica o di cosa porterà il 2003. Ok?

 

Suddeutsche Zeitung: Parliamo del suo nuovo album che uscirà a Gennaio. Il significato de “Il Corvo” di Edgar Allan Poe …
LOU REED: Non sono un critico. Se vuoi parlare di questo, sono la persona sbagliata. Se cerchi qualche interpretazione …

 

Suddeutsche Zeitung: .. forza, ognuno è un critico in qualche modo. Edgar Allan Poe era un critico.
LOU REED: Questo è abbastanza triste.

 

Suddeutsche Zeitung: Ha scritto recensioni di libri per il ‘Southern Literary Messenger’..
LOU REED: .. per poco. Non per molto tempo.

 

Suddeutsche Zeitung: Fino a quando l’hanno licenziato per alcolismo.
LOU REED: L’hanno fatto?

 

Suddeutsche Zeitung: Si.
LOU REED: Non ho mai letto queste recensioni. Tu?

 

Suddeutsche Zeitung: No.
LOU REED: Vedi, Edgar Allan Poe il critico non è l’Edgar Allan Poe al quale sono interessato. Tu lo sei?

 

Suddeutsche Zeitung: Senza alcuna relazione al 2003 – non c’è forse una sorta di divertimento nell’ orrore?
LOU REED: Poe dice che è vero. Il suo racconto “Hop Frog” è divertente ..

 

Suddeutsche Zeitung: .. l’ultimo Poe ..
LOU REED: .. esattamente, è divertente, il re e il giullare, questo tipo di cose … si

 

Suddeutsche Zeitung: Edgar Allan Poe era un autore il cui talento comico era sottostimato? Era forse un autore comico?
LOU REED: Lo hai detto te. Io non l’ho mai detto. Ho solo detto che alcune delle cose che ha scritto sono divertenti. Per esempio “H op Frog”. E poi tu hai detto che era una autore divertente.

 

Suddeutsche Zeitung: Era una domanda.
LOU REED: Non ho detto niente del genere. Forse alcune delle cose che ha scritto erano divertenti, satiriche forse, dipende dal tuo tipo di umorismo. O dal mio.

 

Suddeutsche Zeitung: E’ possibile dire che ha visto delle cose ..
LOU REED: .. senti, devi capire che non sono un esperto di Edgar Allan
Poe. Se vuoi risposte a domande filologiche di Poe, sono la persona sbagliata. Non sono uno studioso di Poe. Non ho neanche letto tutto ciò che ha scritto.

 

Suddeutsche Zeitung: Beh, uno può dire che c’è qualcosa di Poe al quale lei è interessato? Perché ha messo “the Raven” in musica in maniera molto elaborata.
LOU REED: Poe è affasciante. Ha scritto la prima crime-story, ha capito la teoria del big bang, hai capito? Hai letto Poe?

 

Suddeutsche Zeitung: Una cosa o l’altra.
LOU REED: Cosa? Quanto?

 

Suddeutsche Zeitung: Mio Dio, “Omicidio a Rue Morgue”,”La caduta di casa Usher” e qualcos’altro …
LOU REED: No, no. Voglio dire, hai letto molto del suo lavoro?

 

Suddeutsche Zeitung: Le ho detto cosa ho letto.
LOU REED: Okay, penso di aver letto più di Poe di quanto abbia fatto tu.

 

Suddeutsche Zeitung: Probabilmente sì.
LOU REED: Non probabilmente, sono sicuro che è così. E malgrado abbia letto molto più di te, non ho ancora letto abbastanza. E credo anche che nella Maggior parte dei casi non è possibile capire Poe, non nel senso comune. Tutti coloro che provano a capirlo fuori dal suo contesto, non lo afferrano. Prova sempre, secondo me, a trovare cosa è veramente maligno e cosa no. Dipende sempre dall’ambiente nel quale sei cresciuto, se trovi qualcosa di maigno nelle cose o meno.

 

Suddeutsche Zeitung: L’ambiente nel quale è cresciuto risenta della sua relazione con la sua cugina tredicenne ….
LOU REED: Si, anche se in altre culture non c’è niente di male in questo tipo di relazioni. Poe ci chiede sempre: cosa è il male? E: è veramente male? O forse questa cosa qui è un male anche più profondo? Io sono sempre stato affascinato dalla psicologia del suo lavoro e dal suo linguaggio, non dal male in sé. Cosa deve esserci di affascinante nel male?

 

Suddeutsche Zeitung: Una domanda che si risponde da sola. Starà scherzando.
LOU REED: Perchè?

 

Suddeutsche Zeitung: Il male, come sa, può essere veramente affascinante.
LOU REED: Ti senti attratto dal male?

 

Suddeutsche Zeitung: Tutti ne sono attratti qualche volta, hm!? Da un uomo d’affari maligno, una donna maligna ..
LOU REED: .. un presidente maligno.

 

Suddeutsche Zeitung: Esattamente, ma lei non vuole parlare di politica.
LOU REED: E’ vero.

 

Suddeutsche Zeitung: Okay, rimaniamo alla psicologia: trattare di orrore è una sorta di terapia?
LOU REED: Che?

 

Suddeutsche Zeitung: Più esplicito: trattate con l’orrore di Poe e con “The Raven” è stata una terapia per lei?
LOU REED: Non penso. Forse è una terapia per te.

 

Suddeutsche Zeitung: All’inizio può essere molto confortante trattare con l’oscurità …
LOU REED: Non è una terapia per me. Conosci Gottfried Helnwein?

 

Suddeutsche Zeitung: L’artista austriaco?
LOU REED: Si, Gottfried Helnwein

 

Suddeutsche Zeitung: Non di persona. Qualche suo lavoro …
LOU REED: Ti piace?

 

Suddeutsche Zeitung: No.
LOU REED: Capisco!

 

Suddeutsche Zeitung: Perchè?
LOU REED: E’ un mio amico.

 

Suddeutsche Zeitung: Davvero?
LOU REED:Si. Ha dipinto un ritratto magnifico di Poe.

 

Suddeutsche Zeitung: Bello. Di nuovo: è possibile che ci sia qualcosa di confortante nella poesia oscura di Poe, o nella letteratura di Kafka?
LOU REED: Non me ne importa niente a me. Per me è tutto sulla bellezza del linguaggio. Leggi solo la prima frase delle “Metamorfosi” di Kafka, quando Samsa si sveglia per scoprire che è diventato uno scarafaggio. Nessuno di noi due potrebbe scrivere un’apertura migliore in un milione di anni.

 

Suddeutsche Zeitung: Ok, e ..
LOU REED: .. e un’apertura del genere arriva dritta al cuore, più di qualsiasi stupida analisi su di essa, non so se hai afferrato …

 

Suddeutsche Zeitung: Pensa che ‘The Raven’ o ‘La Metamorfosi’ tratti di paure che la gente cosidetta “normale” deve affrontare malgrado non riescano a farlo o non trovino parole per esse?
LOU REED: Non ho ancora scritto un saggio sull’argomento. Ma: non ci sono persone normali, se stai parlando di felicità o cose del genere. Non esiste persona che non abbia anche solo una particella nel cervello che gli causi incubi. A volte anche gli incubi più semplici. I miei incubi non basterebbero per una settimana di intervista alla CNN.

 

Suddeutsche Zeitung: Non la capisco.
LOU REED: Scherzavo.

 

Suddeutsche Zeitung: Non la capisco nel senso che non l’ho sentita. C’è molto rumore in questo ristorante.
LOU REED: Sentirai lo scherzo quando riascolterai la cassetta. Vivi a New York?

 

Suddeutsche Zeitung: No, Monaco.
LOU REED: Perchè Monaco?

 

Suddeutsche Zeitung: Perchè no?
LOU REED: Se scrivi per un giornale tedesco importante dovresti vivere a New York o Amburgo. Perchè la mia etichetta discografica mi manda giornalisti da Monaco?

 

Suddeutsche Zeitung: Perchè a Monaco c’è un grande giornale tedesco …
LOU REED: Interessante. Come se la passano i tedeschi?

 

Suddeutsche Zeitung: I politici annoiano come mai prima, la disoccupazione è in crescita. I bei tempi sono finiti e quelli che se li sono vissuti sono stati fortunati.
LOU REED: Ah è lo stesso laggiù?

 

Suddeutsche Zeitung: Si.
LOU REED: Pensavo fosse un problema americano. Voglio dire: qui a NY i conducenti della metropolitana vogliono fare sciopero. E’ illegale. Non gli è concesso fare sciopero.

 

Suddeutsche Zeitung: Un problema americano si trasforma in un problema europeo molto velocemente, e la situazione economica nel mondo intero è peggiorata molto dopo l’11 Settembre.
LOU REED: Già.

 

Suddeutsche Zeitung: Quante volte ha visitato Ground Zero?
LOU REED: Ho attraversato le barriere quasi ogni giorno dopo l’accaduto, perchè uno degli studio nei quali registravamo era dietro le barriere. Quell’odore non si dimentica.

 

Suddeutsche Zeitung: E non ci si rende ancora conto che quei due edifici che si potevano vedere da qualsiasi parte della città non esistano più.
LOU REED: Non ne voglio parlare più.

 

Suddeutsche Zeitung: Non è paranoia pura che stiamo aspettando una guerra da mesi?
LOU REED: Ci sono forse stati tempi non paranoici? La Seconda Guerra Mondiale e i campi di concentramento, non era paranoia? La guerra di Corea? O quella del Vietnam? Che ne dici se esci da questo ristorante e sei schiacciato da un elefante scappato? Voglio dire .. la vita finisce. Un giorno sarà il nostro turno.

 

Suddeutsche Zeitung: C’è una differenza se vengo schiacciato da un elefante per caso, o se la CNN prepara la guerra per mesi.
LOU REED: Certo. Ma non impari certo la veritàdalla CNN. La gente lo sa.

 

Suddeutsche Zeitung: Gli artisti che commentano la situazione politica non sono molto in voga oggi. Era diverso quando eri giovane …
LOU REED: .. se gli artisti non vogliono commentare la politica, non dovrebbero farlo. Oggi sei sommerso da mezze informazioni dall’una e dall’altra parte politica. Prima che possa commentare qualcosa su qualche rivista, devo sapere quanto tempo e spazio ho per questo.

 

Suddeutsche Zeitung: Una delle poche superstar che chiamano ancora i mali sociali con il proprio nome è Eminem. Ti piace?
LOU REED: La questione Eminem. Eminem è diventata una specie di bandiera per un certo atteggiamento. Quindi, non risponderà a questa domanda.

 

Suddeutsche Zeitung: Chiama le cose per nome.
LOU REED: Come già detto: neanche una parola su Eminem.

 

Suddeutsche Zeitung: Da dove prendi le tue informazioni politiche?
LOU REED: Non dalla CNN. Quando voglio sapere cosa succede parlo con il mio amico Vaclav Havel, per esempio.

 

Suddeutsche Zeitung: Questo genere di contatti sono un privilegio che non condivide con i suoi connazionali.
LOU REED: Lo so.

 

Suddeutsche Zeitung: Signor Reed, le piacciono le interviste?
LOU REED: Dipende dall’intervistatore. A te do il voto più alto: 10 e lode. (ride)

 

Suddeutsche Zeitung: Grazie per la bugia.
LOU REED: (Ride) Potrei mai mentirti?


Suddeutsche Zeitung: Sarà un piacere vederla la prossima volta che andrà in tour.
LOU REED: Ti farò sapere quando sarà, ok!?

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